Forse dovevamo leggere un segno del destino nel paio di zoccoli che gli abitanti di Linz ci hanno fatto trovare sul sagrato della cattedrale. Un buon auspicio per la strada da fare. Di sicuro fin dalla prima sera abbiamo capito che dovevamo trovare il modo di smaltire il tasso calorico della cucina austro-germanica. Linz, riservata e semplice, ci ha accolto con un paio di Berner Wurst, riempiti di formaggio e avvolti nella pancetta.
La settimana scorsa abbiamo trovato un primo prolungato rifugio a Hagenberg, a qualche km da Linz, un paesino in cui nessuno si sognerebbe di andare, se non a trovare una vecchia zia o ad un workshop di computazione algebrica, nel mega centro di ricerca allestito lì non si sa per quale strano motivo. Pace bucolica nel software park ormai deserto di studenti e frequentato solo dai conferenzieri e da me. Reclusa in camera con connessione internet a lavorare. Nulla da rilevare qui, a parte il fatto che il villaggio austriaco mostra ancora scarsi segni di penetrazione del consumismo: qui l'unico supermercato chiude alle 18.30 (alle 17 il sabato), chiudendo le porte in faccia a me che arrivo alle 18.33 e lasciandomi derelitta e digiuna a sondare la commestibilità della moquette mentre Luca si strafogava alla cena sociale sulle spalle dei contribuenti.
Finito questo strazio a base di cifre, segni e parentesi, dopo una mattinata passata a leggere sotto la pioggia nello splendente maniero di Hagenberg, dopo una breve sosta a Linz, arriviamo a Salisburgo nel pomeriggio di sabato e troviamo alloggio per noi e per la nostra macchina in un ottimo b&b (Haus Lechner) prossimo al centro. Un rapido giro per la città ci basta per fiutare il puzzo dei cadaveri dei portafogli dei turisti per le strade del centro e sprovvisti di guida Routard, nonchè arcistufi di carne grassa e fritta, ci accontentiamo di un Nordsee ma poi ci fiondiamo al "bier garten" e qui prendiamo una decisione dettata dai fumi della birra: via dal turismo di massa, domani diamo un occhio al castello poi puntiamo direttamente a Norimberga. A a fanculo queste miniere di sale che sembrano Mirabilandia del condimento.
Prenotato in fretta e furia da Vater Jahn, un vero bettolone degno di un Routard, arriviamo a Norimberga che ci premia con un tardo pomeriggio di sole e nuvole gonfie, ma mi punisce con qualche salita verso il "burg". Pochi turisti, tanti tedeschi che si godono una domenica d'agosto (che qui non è un girarrosto) tra concerti all'aperto, birra e artisti di strada. Mangiamo con meno di 30 euro in un carinissimo ristorante, sotto una pergola verde tra tremule luci pendenti. Biuty, in astinenza da carne, si fa fuori uno stinco di maiale come il burro, mente io, incredula di fronte all'idea che esista un "primo" sulla tavola tedesca, mi faccio degli spatzel di patate e formaggio.
Per stasera accontentatevi di questo, la seconda metà della vacanza arriva domani. Se siete ubricati da questa frequenza di posting vi autorizzo a tornare tre 3-4 mesi a leggere la seconda parte. Ora vado a riposare le mie stanche membre dalle germaniche imprese,