Chi aspettava il nostro prossimo post per il 2010 (dalla Francia) sarà sorpreso, eppure dopo la serata di ieri che ci ha visti collassare in un lussuosissimo b&b di Inverness, riprendiamo a scrivere dal profondo Nord, a Tongue, in una mansarda circondata da pecore e montagne - dove alle dieci di sera il sole ancora non è tramontato.
Ma torniamo al principio, ci avevate lasciati a Perth, città fantasma, da dove domenica partiamo di buona mattina - mai prima delle 10. Direzione, il Nord e le Highlands. Ma visto che la strada per Inverness sembra costellata di castelli "imperdibili" decidiamo di dedicare un paio di tappe al prestigioso patrimonio della nobiltà scozzese. Prima sosta a pochi chilometri dal centro di Perth, Scone Palace, che Luca ha ribattezzaro Scojon Palace. Più che un castello è un palazzo di mattoni pieno di corbellerie nobiliari, dai quadri ai tavoli intagliati, fino alle cineserie con tanto di foto ritratto di tutta la dinastia. Notizie fresche sulle attuali sorti dei rampolli della famiglia sono state fornite con una lacrimuccia dalle assistenti di sala, signore bionde stagionate e selezionate senza dubbio in base alla fervenza del loro credo monarchico. Carini i giardini, ma niente di speciale a parte degli antipatici pavoni addestrati per fare la ruota di benevuto ai visitatori.
Unica nota di rilievo, qui - nel giardino - è conservata una COPIA della pietra di Scone (v. foto), sulla quale vennero incornati, ops incoronati, i sovrani di Scozia fino al 1200 e ciappilo, quando venne portata a Londra da Edoardo I.
Riflettendo sul fatto che in Italia abbiamo ancora il Papa, i preti e Berlusconi, ma almeno non dobbiamo più mantenere il monarca e tutti i suoi amici, ripartiamo verso Nord e decidiamo di dare una seconda possibilità ai castelli di Scozia - ancora integri. Ci fermiamo a Blair Castle, parcheggiando come dei coglioni a qualche miglia di distanza e scoprendo poi che si poteva arrivare in macchina fino al portone. Vabbè. Questa volta però non ci caschiamo e il biglietto lo facciamo solo per i giardini. Il castello, da fuori, è candido e molto più bello del precendente e anche i giardini sono sicuramente più regali. Qualche goccia di pioggia ci fa tornare rapidamente alla macchina, appesantiti da una quantità di calorie a forma di torta.
Da qui a Inverness guida Carla, che tiene bene la sinistra finchè la strada è dritta e non bisogna cambiare. Poi appena si arriva in centro ad Inverness, panico, le marce non si trovano e al posto delle frecce partono i tergicristalli. Abbiamo prenotato al telefono un B&B vicino al centro (è tutto molto vicino al centro...) e scopriamo trattarsi di una dimora dotata di ogni comfort! Schermo piatto, divanetto in pelle nera, lettore dvd, frigo bar, insomma... un po' troppo chic per i nostri canoni, ma ce lo facciamo andare bene. Il sole è ancora alto quindi usciamo a esplorare la zona: qui vicino c'è il famoso Loch Ness. Nessun mostro (v. foto), solo un "exibition center" per turisti yankee style nel quale ci siamo guardati bene dall'entrare.
Si torna ad Inverness, cena e finalmente un bel whisky!!
La frase della settimana
E bon, tanto poi io la chiamo Paolina!
lunedì 15 giugno 2009
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Si ringraziano
Il Fava e la sua grigliata, le campagne morganesi, i programmi di messaggistica istantanea, l'Università di Trieste che ci dà da mangiare, l'Acegas, casa Korsic.
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